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Regione Piemonte

Ricettoteca

Nel corso di tanti incontri seguendo il filo rosso delle “Ricette del Cuore” – non solo piatti ma anche ricordi ed emozioni ad essi legati – abbiamo annotato le ricette della tradizione, insieme a quelle di altre zone che grazie al contributo di ex-fores


Sezioni

(Daniela)

Ingredienti:
500g di milza di bovino
6 fegatini di pollo
6 acciughe salate
1 cipolla grande
3 rametti di salvia (circa dieci foglie)
pane raffermo

Preparazione:
Far bollire dell’acqua con carota cipolla e sedano quindi buttarvi la milza che dovrà cuocere per un’ora circa.
Tritare la cipolla e farla dorare in padella. Aggiungere milza spellata e tritata, fegatini tritati a crudo, le acciughe e la salvia tritati. Se il composto non risulta abbastanza cremoso aggiungere un po’ di brodo della milza. Quando è pronto e raffreddato spalmare su crostini di pane del giorno prima.

(Laura)

Ingredienti (per 4 persone):
320g di spaghetti
150g di ricotta
3 cucchiai di mandorle pelate
1 ciuffo di prezzemolo
olio extra vergine di oliva
sale e pepe

Preparazione:
Mettere nel mixer la ricotta con le mandorle, una presa di sale, una di pepe e il prezzemolo lavato e asciugato.
Diluire gli ingredienti con 4 o 5 cucchiai d’olio e frullare fino ad ottenere una crema morbida. Cuocere la pasta, unire la crema e servire.

(Fabiola)

Ingredienti (per 6 persone):
200 g di cioccolato fondente
100 g di burro
150 g di zucchero a velo
4 uova
1 cucchiaio di fecola di patate

Preparazione:
Fare sciogliere il cioccolato con il burro nel forno a microonde per 3 o 4 minuti. Nel frattempo dividere le uova e montare i rossi con uno sbattitore elettrico aggiungendo poco a poco lo zucchero a velo. Montare a neve il bianco. Lasciar raffreddare la miscela di cioccolato e versarla nei rossi d’uovo, montare il tutto aggiungendo la fecola di patate. Versare i bianchi montati a neve nella “crema” ottenuta mescolando con un cucchiaio. Versare in una pirofila e cuocere il tutto per 20 minuti a 180°.
Quando è raffreddata spolverare con un po’ di zucchero a velo.

(Morena)

Ingredienti:
3 hg di farina
2 hg di zucchero
2 uova intere
1 hg di burro fuso
1 kg di mele renette nel Marsala
1 dose di lievito
1 po’ di zucchero per la guarnizione

Preparazione:
In una terrina lavorare lo zucchero e le uova, aggiungendo poi la farina e il lievito.
Pelare le mele a fette, immergerle nel Marsala.
Distribuire il composto in una teglia, decorare con le fettine di mele a cerchio, versare sopra il burro fuso e lo zucchero tenuto da parte.
Infornare e cuocere per 140° per 40 minuti.

(le due ricette per la torta di mele hanno la stessa fonte originale, anche se si sono “evolute” in maniera leggermente differente l’una dall’altra)

Ingredienti:
1 kg e 300 grammi di ravioli
Mezzo kg di fontina
1 bicchiere abbondante di latte
2 cucchiai di farina
2 uova
1 grossa noce di burro

Preparazione:
Tagliare la fontina a piccoli dadi,mettere in casseruola con il latte,burro farina e uova.
Portare la casseruola sulla fiamma bassa e rimescolando con la frusta sciogliere completamente la fontina che si amalgama con gli altri ingredienti.

(Nerea)

Ingredienti:
1 kg di uva Italia grossa bianca o nera
8/10 hg di zucchero
succo di un limone

Preparazione:
Tagliare l’uva a metà e togliere i semi, metterla in un contenitore con lo zucchero per una notte. Aggiungere il succo di limone e far cuocere per due ore circa; controllare ogni tanto la densità in un piattino fino a raggiungere la consistenza di una marmellata non troppo densa. Conservare in barattoli sterilizzati e consumare con formaggi.

(Laura)

Ingredienti:
1 confezione di pasta sfoglia già pronta
4 mele
qualche noce
1 manciata di uvetta
cannella
2 cucchiai di marmellata di albicocche
1 cucchiaio di pane grattugiato

Preparazione:
Sbucciare le mele e tagliarle a cubetti, aggiungere le noci, l’uvetta, la cannella, la marmellata e infine il pane grattugiato amalgamando il tutto.
Stendere la sfoglia sul ripiano del forno, bucherellarla con la forchetta, stendere l’impasto e richiudere a croce (come un calzone). Fare dei tagli sulla pasta sfoglia.
Infornare a 180° per 20/30 minuti a seconda del tipo di forno.
Servire con gelato alla crema o panna quasi liquida senza zucchero.

(a cura di Barbara Montani)

” La pulenta l’è n’a sciura, chi la mangia i’la cunsula
e la pansa l’è contenta viva viva la pulenta !”
incominciava con questa filastrocca il rito della polenta a casa mia
ed era legato alla festa perché…a casa mia, fare la polenta… era fare festa.
Allora la nonna recitava la filastrocca mentre preparava la legna
– Perché la polenta- diceva- Deve essere fatta rigorosamente sul fuoco vero!
Quello di legna ! Non sul gas!-

” N’pizza el fooc e i’met giò l’acqua, el saa, nel paro’ ”
Accendiamo il fuoco, mettiamo il sale e l’acqua nel paiolo
( paiolo che doveva essere rigorosamente di ghisa, al massimo di rame)

” E quant la vegn a bui, se tra giò la farina”
E quando bolle si butta la farina…
La farina si! Ma non quella gialla,
io sono nata a Sondrio e la farina della mia polenta è nera…
la mia polenta è nera, fatta con il grano saraceno,
coltivato nei piccoli fazzoletti di terra, che la mia gente,
chiusa e un po’ spigolosa, ha strappato alla montagna;
costruendo terrazze con muretti di sassi a secco
e portando “gerle” di terra per riempirle….da valle al monte.

La mia polenta è nera, fatta di quel grano rustico che cresce dove fa freddo,
dalla consistenza un po’ ruvida, dal sapore antico,
resa ancor più aromatica dalla legna arsa.
” Poo te la taret, con el tarac, per un ura”
Poi la mescoli e rimescoli con il bastone (rigorosamente di legno di ginepro!)
per almeno un ora.

Dichiarava gli intenti la nonna , come se stesse facendo una lezione di arte curinaria, come se….l’accompagnare con la voce l’azione,
rafforzasse l’azione stessa.

Io seguivo passo passo, sollevata sulla punta dei piedi
per vedere la polenta mentre si addensava e incominciava a cuocere…
blop….blop… la bolla arrivava in superficie blop…e poi….
un piccolo sibilo pppsssst…blop….pppsssst… snifffff..che profumo!
L’odore si spargeva per tutta la cucina e le mie papille incominciavano a fremere…mmmhhhh! …Buona!…Che fame!

Io dopo mezz’ora non ne potevo più, la polenta non era ancora pronta,
ma arrivavo con la mia tazza di latte,
polenta e latte il mio aperitivo!

La nonna ogni tanto, tra una tarata e l’altra ripeteva:
” La pulenta l’è n’a sciura, chi la mangia i’la cunsula
e la pansa l’è contenta viva viva la pulenta !”
La nostra, come ho già detto, era la polenta della festa ed era anche molto ricca, infatti non era polenta “tarata” farina acqua, sale e basta.
Era polenta “taragna” cioè condita, alla fine della cottura, con abbondante formaggio e burro (quello di montagna che non è bianco ma giallo).
Quindi, oltre che essere indubbiamente più saporita, aveva un’altra caratteristica che
FIIIIIIILAAAAAAAVAAAAA ! OoooooooooohhH come fiiiiilaaaaaaavaaaaa!
E dopo un’ennesima tarata e un’ennesima
” La pulenta l’è una sciura..”
Finalmente era cotta. Allora urlavo “TRAVACHELA” Rovesciala!

La nonna con un colpo deciso svuotava il paiolo su un grande piatto di legno e con un coltello (anche lui di legno di ginepro),
divideva la polenta in tre porzioni:
una andava alla famiglia dello zio, terzo piano
una restava ai nonni, secondo piano
una andava alla mia famiglia, primo piano

Ciascun abitante della casa aveva la sua polenta della festa.
L’odore quindi usciva dalla casa della nonna e si diffondeva su e giù dalle scale, entrava negli appartamenti, permeava le cucine,
unendo nel cibo, nella tradizione, nel piacere… tutta la famiglia.

Questa è la mia polenta, queste sono le mie origini, le mie radici.
Mia nonna non c’è più da questa estate, ma quando torno a Sondrio non rinunciamo al rito della polenta e si fa festa.

Ora la tara mia mamma sul fuoco e con gli “atrezz” della nonna
io non la mangio più con il latte, ma quando il profumo arriva dalle scale
sento le mie figlie ….
” La pulenta l’è n’a sciura, chi la mangia i’la cunsula
e la pansa l’è contenta viva viva la pulenta !” TRAVACHELA!

(Viviana)

Preparazione (per il sugo):
Mettere 0,75 litri di passata di pomodoro con un dado e un pizzico di sale a cuocere per 20 minuti; togliere dal fuoco e aggiungere una confezione di panna da cucina. Frullare alla massima velocità per 2 o 3 minuti, aggiungendo un dito di vodka e mescolare alle penne.

Varianti:
Al posto della vodka è possibile utilizzare la stessa quantità di gin o acquavite, a seconda dei gusti.

(Barbara)

Ingredienti (per 4 persone):
600 g di farina mista per Taragna
1 litro e ½ di acqua
200 g di formaggio Casera della Valtellina
150 g di burro
sale

Preparazione:
Mettere al fuoco un paiolo con l’acqua salata; appena questa inizia a bollire versarvi a pioggia la farina mescolando energicamente con l’apposito bastone per evitare la formazione di grumi.
Lasciare cuocere per almeno 40 minuti mescolando continuamente e sollevando bene dal fondo del paiolo. A cottura ultimata aggiungere il burro e il formaggio tagliato a pezzettini. Rimescolare lasciando sciogliere il tutto e servire molto calda.

Ottima con salumi Valtellinesi e cicoria di prato.

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