La vita economica di S.Cristoforo faceva perno sul commercio, sui trasporti, sull’intermediazione, sfruttando la posizione strategica che esso occupava, proprio al centro di diverse entità politiche-istituzionali, a breve distanza da numerosi borghi.
L’unificazione della nostra Penisola, porta notevoli cambiamenti nella struttura politica ed economica di San Cristoforo, iniziano a prendere forma le prime attività artigianali e commerciali autonome, si diffonde ampiamente la piccola proprietà terriera, si intensifica il lavoro agricolo e avanza la viticoltura, che prende definitivamente il sopravvento sulle aree boschive.
La seconda metà del Novecento, porta con sé ulteriori modificazioni nel tessuto economico e sociale della nostra zona, poiché assistiamo al fenomeno, comune in ogni angolo d’Italia, dello spopolamento delle campagne, con il conseguente abbandono di terre e case, verso città, o comunque grossi centri, in cerca di un lavoro meno proibitivo e maggiormente remunerativo.
Recentemente invece, la tendenza si inverte, i giovani, pur avendo lavoro fuori, preferiscono fare i pendolari e restano in paese, ristrutturando le vecchie case, recuperando parte del centro storico ottocentesco, dando nuova linfa vitale ad un grande albero secolare che rischiava di scomparire.
Si riprende possesso della propria identità, in alcuni casi si torna a coltivare la terra, si iniziano a rivalutare le tradizioni, il territorio, l’antica vocazione vitivinicola, mentre riprendono forza le associazioni locali e ne vengono create di nuove, con l’attenzione rivolta al futuro e la consapevolezza dell’importante eredità ricevuta dalle generazioni passate.